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martedì 7 giugno 2011

pitbull

[modifica] Origini e storia

 

Pit in inglese significa "fossa, arena", per cui è facile capire quanto le origini dell'American Pit Bull Terrier siano legate al mondo dei combattimenti fra animali.
Volendo risalire agli albori del rapporto fra l'uomo ed il cane, si potrebbe sfociare nella mitologia: il Molosso, prende il nome dal figlio di Andromaca e di Neottolemo (il figlio di Achille), un cane di notevole taglia, forza straordinaria, con il muso corto e largo. Anche gli Assiri sfruttavano le caratteristiche dei molossi sia in guerra che in attività venatorie; la forza, la resistenza fisica e un forte attaccamento al padrone sono peculiarità ancora oggi riscontrabili nell'American Pit Bull Terrier.
La storia recente della razza, comunque, inizia attorno al 1845, quando negli Stati Uniti si iniziarono a selezionare, a partire da razze inglesi, ma soprattutto irlandesi, arrivati nel nuovo mondo con le grandi immigrazioni, in particolar modo a causa della famosa e devastante "peste delle patate" che spinse numerosi irlandesi a lasciare la terra natia. Costoro si portavano appresso il proprio beniamino, parte integrante della famiglia, così contribuendo alla continuazione del tradizionale sport canino anche in America. Prima di divenire American Pit Bull Terrier, grazie alla selezione dei più appassionati, tra cui ricordiamo la figura storica di John P. Colby, la razza era già stata da tempo riconosciuta a livello popolare, e gli erano stati attribuiti di volta in volta nomi come Staffordshire bull Terrier (da non confondere con l'odierno Staffordshire terrier), bull terrier, e più in generale bull dog (nome che identificava quella tipologia e che non specificava la razza che oggi detiene tale nome). Si è sentito parlare anche di Blue Paul Terrier, ma questi costituì il filone scozzese meno importante e di cui si è persa traccia agli inizi del XX secolo. L'American pit bull terrier è un cane particolarmente agile, forte, tenace e combattivo.
Il primo secolo di storia della razza, si intreccia con quella dell'American Staffordshire Terrier, fino agli anni trenta del XX secolo, quando si cominciarono a separare due tipologie distinte.

[modifica] Standard

Non esiste uno standard della FCI in quanto la razza non è riconosciuta dalla stessa Federazione, che riconosce solamente quattro Terrier di tipo Bull: il Bull Terrier inglese, il Bull Terrier inglese miniatura, lo Staffordshire Bull Terrier e l'American Staffordshire Terrier. Di fatto quest'ultimo condivide la stessa origine del Pit Bull. Esistono però altre associazioni che iscrivono nei loro registri gli American Pit Bull Terrier e seguono attentamente la selezione della razza. Si tratta dell'UKC (United Kennel Club) e della ADBA (American Dog Breeders Association), due federazioni che concepiscono il cane in modo differente, mantenendo standard morfo-caratteriali leggermente diversi fra loro.
L'UKC pensa ad un cane più moderno e che in qualche modo lasci alle spalle i retaggi del passato. Il cane ha una forma più compatta, una taglia leggermente maggiore (anche se esistono soggetti ADBA che possono aver maggiori dimensioni rispetto ad un UKC), testa a forma di mattone quindi leggermente più schiacciata rispetto ad un Pit Bull ADBA, e nel corso degli anni la selezione caratteriale UKC ha represso alcuni istinti tipici dell'American Pit Bull Terrier.
Al contrario l'ADBA "vuole" un cane molto più rustico, da lavoro allevato alla vecchia maniera, senza badare molto ai canoni estetici: un "potenziale combattente" che dia il massimo di sé in ogni situazione. L'ADBA si presenta più leggero e agile; caratterialmente mantiene integra quel "gameness" (ardimento, coraggio) che lo ha sempre distinto dalle altre razze canine.

Pit Bull al guinzaglio con museruola

[modifica] Carattere

Il Pit Bull è descritto come un cane tenace ed indomito,[1] estremamente coraggioso ed impavido.[2]
Nelle cronache mediatiche, questo cane è stato spesso additato come esempio di razza particolarmente feroce e pericolosa. Secondo il divulgatore David Alderton, probabilmente contro l'American Pit Bull Terrier è stato promulgato il maggior numero di leggi e normative, più che verso qualunque altra razza canina.[1] In Gran Bretagna, per esempio, è consentito il possesso solo di esemplari registrati e castrati.[1] Anche in Italia gli attacchi di pitbull alle persone hanno spinto il governo ad emettere provvedimenti verso questa razza[3], che faceva parte di quelle elencate nella Lista delle razze canine pericolose (con l'ordinanza del sottosegretario alla Salute Francesca Martini il 24 marzo 2009 è stato eliminato dall'Ordinanza del 12 dicembre 2006, "Tutela dell'incolumità pubblica dall'aggressione di cani" l'allegato A che comprendeva la lista delle razze canine ritenute pericolose).
La razza non dimostra normalmente aggressività nei confronti dell'uomo, verso cui un tipico pitbull si dimostra molto amichevole, fiducioso e sottomesso (tanto da non essere considerato un buon cane da guardia).[4]

Cane chow chow

                                        
Storia[modifica]
Il Chow Chow[1] è una delle razze più antiche[2] ed è per questo difficile risalire correttamente all'origine. Divenne popolare in Cina circa 2000 anni fa e i primi esemplari furono introdotti in Inghilterra nel 1780 da mercanti cinesi. Nella patria di origine era molto apprezzato dagli imperatori per le sue notevoli doti di fiuto e di grande forza. Per queste caratteristiche fu utilizzato come cane da guardia (di case e di barche), da caccia (di lupi e grossa selvaggina), da guerra e da slitta. È difficile risalire all’etimologia del nome, ma probabilmente sembra derivare dal termine antico "chaou" o dal termine "tchaou", che designava questi importanti commercianti cinesi che si recavano in Europa per vendere la loro merce chiamata proprio "chow chow". La pelliccia e la carne sono molto ricercate dai cinesi e dai coreani, i quali spesso lo allevano a scopo culinario[3], un'usanza che coinvolge anche altri cani, di razza e non. Nello scorso secolo era possibile trovare alcuni esemplari di Chow Chow nei giardini zoologici inglesi, descritti come cani semi selvatici. Questo era inoltre il cane preferito dalla moglie di Konrad Lorenz.

Caratteristiche fisiche[modifica]


Chow Chow di differenti colori
Il Chow Chow è un cane solido, compatto, forte e di aspetto leonino. La conformazione della testa è una delle caratteristiche morfologiche più attraenti della razza. La testa è massiccia e pesante, come pesante è l'ossatura. L'andatura è caratteristica e la lingua è molto particolare perché di colore blu o blu-viola. I colori sono uniformi: rosso, fulvo, nero, blu, azzurro (blu metallico), crema e bianco (anche se quest'ultimo è il più raro), più o meno sfumato ma non pezzato. Il pelo può essere lungo oppure corto, ma il primo è quello maggiormente noto. Altra peculiarità di questa razza è l'andatura sui polpastrelli, come la camminata del gatto. Altezza minima 45 cm, le dimensioni comunque non hanno grande importanza purché sia mantenuta l'armonia generale della costruzione.

Comportamento[modifica]

Le sue caratteristiche fondamentali sono la calma, l'equilibrio e l'indipendenza. Superbo e pieno di dignità, è un ottimo cane da guardia, da compagnia e nella caccia da ferma. Vigile e aggressivo al punto giusto con gli estranei e i malintenzionati. Silenzioso e riservato, abbaia poco e quasi mai a sproposito. Non sempre è disposto a socializzare con gli altri cani, ma non per questo si mostra aggressivo o mordace: è bene comunque abituarlo a giocare con i propri simili fin da cucciolo. Tende ad affezionarsi a una persona in particolare, ma mostra affetto e dedizione a tutta la famiglia. Se qualcuno l'infastidisce o tenta di pulirlo contro la sua volontà, se ne va. Può vivere bene in appartamento ma richiede lunghe e frequenti passeggiate, altrimenti tende a impigrirsi e ad ingrassare. Il suo foltissimo mantello non richiede cure particolari, a parte una regolare spazzolatura giornaliera. Non teme il freddo più pungente e può dormire all'aperto anche d'inverno se gli si offre una cuccia ben riparata. A causa della lunghezza del pelo, gli occhi vanno puliti quotidianamente, come anche le orecchie, mentre almeno una volta al mese è bene controllare le unghie.

Una lingua "leggendaria"

Un'antica leggenda cinese fornisce una fantasiosa spiegazione della strana colorazione della lingua del Chow Chow. La leggenda racconta che un giorno un monaco si ammalò gravemente tanto da non potersi alzare dal letto per procurarsi la legna per accendere il fuoco. I suoi cani per aiutarlo, uscirono nel bosco per raccogliere dei ciocchi da ardere. Alcuni alberi della vicina foresta erano stati bruciati da un incendio e al suolo erano rimasti dei pezzi di legno carbonizzato. I cani li raccolsero e li portarono nella grotta tenendoli in bocca, così che le loro lingue da quel giorno mantennero il colore nero del legno bruciato.
Un'altra leggenda spiega il bizzarro colore scuro della loro lingua, quando, mentre Buddha dipingeva il cielo d'azzurro, un Chow Chow lo seguiva, e nel seguirlo raccoglieva tutte le gocce che cascavano con la lingua.

venerdì 3 giugno 2011

pastore tedesco

Il pastore tedesco è una razza canina di origine tedesca (come dice il nome). Il pastore tedesco viene anche chiamato pastore alsaziano, in quanto, nella Francia e nell'Inghilterra della prima guerra mondiale, ogni nome che ricordasse i popoli nemici veniva cambiato. Questo uso si è in parte mantenuto fino ai giorni nostri per definire per lo più i soggetti di grande taglia e a pelo lungo.
La sua dote principale è la versatilità, il suo impiego è infatti diffuso in numerosi campi. Oggi viene raramente utilizzato come conduttore di gregge, mentre è molto diffuso nei servizi di protezione civile come cane da valanga e da ricerca di persone disperse, sia in superficie che nelle macerie; è diffuso come cane da guida per ciechi (anche se in questo campo sta venendo soppiantato da razze come il Golden Retriever ed il Labrador Retriever), è diffusamente impiegato dalle Forze di Polizia di tutto il mondo come cane antidroga e antisommossa ed è considerato un ottimo animale da compagnia. Il Pastore tedesco è anche una razza molto utilizzata nell'ambito cinematografico. In Italia la razza è ben allevata ormai da diversi decenni. La più importante manifestazione cinotecnica al mondo di questa razza è la "Siegerschau" che si svolge annualmente in Germania, alla quale partecipano centinaia di esemplari, tra i più rappresentativi del mondo. Attualmente dagli allevatori tedeschi viene fatta una dura selezione che adotta come criteri la funzionalità e il carattere.

[modifica] Storia

Il selezionatore della razza fu il Capitano di Cavalleria Friedrich Emil Max Von Stephanitz, alla fine del XIX secolo. Il suo scopo era quello di ottenere una razza da lavoro, robusta e ben addestrabile, utilizzando vari ceppi locali di cani da pastore presenti in diverse regioni della Germania. Le due tipologie principali sulle quali si basò Von Stephanitz furono: il pastore del Baden-Württemberg, regione confinante con l'Alsazia, un cane robusto, di taglia medio-grande e di pelo lungo di colore nero-focato, ed il pastore della Turingia, di taglia leggermente inferiore, più scattante ma anche maggiormente aggressivo, con pelo corto di colore grigio, utilizzando anche due ceppi di Lupo, il (Canis lupus) ed il Lupo media taglia presenti in Germania.[1]. Ripetuti incroci e selezioni di queste ed altre varietà portarono entro la fine del XIX secolo alla stabilizzazione della nuova razza, e alla fondazione, nel 1899, del primo club di razza, lo Deutsche Schäferhunde Verein (S.V.). Il primo standard venne pubblicato nel 1901.

[modifica] Aspetto

Cucciolo di pastore tedesco
Pastore tedesco
Il pastore tedesco è un cane di taglia medio-grande, leggermente allungato, forte e ben muscoloso. Il carattere è equilibrato, dai nervi saldi e sicuro di sè, di indole normalmente tranquilla con i familiari, non si può però dire lo stesso del suo rapporto con altri animali ed umani estranei. È docile, caratterizzato da buona combattività, tempra e coraggio, caratteristiche che lo rendono facilmente addestrabile a tutti gli impieghi, dalla guardia alla difesa, dalla pastorizia all'accompagnamento.
La testa è cuneiforme e la fronte leggermente convessa quasi senza solco mediano. Ha occhi a mandorla molto scuri. Le orecchie sono erette, a punta e rivolte in avanti, il naso è diritto, con tartufo di colore nero. La mascella e la mandibola sono molto forti. Possiede 42 denti con chiusura a forbice. Ha un collo e un dorso robusto.
Gli arti anteriori sono diritti e paralleli mentre quelli posteriori sono leggermente arretrati. La pianta del piede è dura e di colore scuro. La coda di solito arriva fino all'altezza del garretto e nella parte inferiore ha il pelo più lungo. Il pelo è duro, di lunghezza media, fitto, ben aderente e con abbondante sottopelo; il colore è nero con focature rosso-bruno, brune fino al grigio; il colore può essere anche nero o grigio uniforme con sfumature più scure. Lo Standard FCI nr. 161/01-01-2011 [2] include il pelo lungo ed esclude il colore bianco, sebbene un'unica macchia bianca è ammessa all'altezza dello sterno.
Note: non sono ammessi accoppiamenti fra esemplari di diversa varietà di manto. Anche per quanto concerne le classi di esposizione i giudizi saranno separati. La classe degli esemplari a pelo lungo verrà denominata con la lettera L (Langhaarig)
L'altezza media, per i maschi, è tra i 60 e i 65 cm ed il peso va dai 30 ai 40 kg. In media per le femmine l'altezza è tra 55 e 60 cm con peso tra 22 e 32 kg.
Le patologie più ricorrenti, dovute più ad uno spregiudicato allevamento commerciale che ad una predisposizione morfologica, sono la displasia congenita dell'anca, del gomito e del ginocchio, la piodermite profonda, le fistole perianali.

[modifica] Cure

Pastore tedesco di 10 anni, femmina
Accenni alla gestione del carattere e dei comportamenti
Il cucciolo già da quando lo si ritira dall'allevamento (fase post-svezzamento) ha bisogno di socializzare verso altri cani e animali, persone; parimenti si rende opportuno condurlo in luoghi o porlo in contesti situazionali dove abbia modo di ampliare il proprio bagaglio di esperienza in stimoli e sensazioni (parchi cittadini, strade e quartieri trafficati, ecc). Non è un cane per principianti sebbene la duttilità ad ambientarsi ad una determinata condizione di vita sia compatibile in funzione dell'attaccamento verso il proprio riferimento umano. Proprio per questa ragione il pastore tedesco è un cane col quale convivere e condividere esperienze e situazioni. Non a caso i primi selezionatori della razza vollero concepire l'allevamento del pastore tedesco affinché si consolidasse nel genotipo una certa attitudine all'impiego ausiliario verso le attività umane. Il cucciolo, una volta giunto nella famiglia (umana) di adozione, deve sentirsi perfettamente integrato avendo ben chiaro quale ruolo e posizione gerarchica rivestire. Cedimenti in tal senso, gap gestionali e qualsivoglia mancanza da parte dei riferimenti umani, alle volte possono determinare delle anomalie comportamentali alle quali dover porre rimedio in tempi brevi e nel modo più consono possibile facendo riferimento alle competenze specialistiche on-site o presso le opportune sedi (tutor addestrativo, comportamentista, campi di addestramento, ecc, ecc). Gli accadimenti in tal senso possono essere svariati, a partire dall'atteggiamento prevaricatore del cucciolone di 6-8 mesi nei confronti dei componenti della famiglia più timorosi (donne e bambini), mordicchiamento ludico, ma insistente all'estremità corporee esposte della persona (mani e caviglie), allo stesso modo eccessiva espansività verso amici e invitati della casa, ecc, ecc, - per contro - si possono annoverare piccoli atti di coercizione nei confronti del cucciolo determinati da buffetti reiterati su collo e testa impiegando giornali arrotolati o piccoli oggetti di pari consistenza, sgrollamenti energici alla pelliccia per distoglierlo dallo sporcare in casa, ecc, ecc, - ovvero, approcci errati i cui esiti possono solo renderlo sottomesso e timoroso. In definitiva, il pastore tedesco deve essere addestrato secondo le consuetudini e le necessità del "branco umano" d'adozione, comprendere che ad un comando vocale si deve immediatamente adeguare nel comportamento avendo compreso la richiesta. Allo stesso modo deve essere in grado di recepire le differenze fra un "cucciolo d'uomo" e l'adulto quindi rapportarsi (alle volte fin troppo pazientemente!) di conseguenza. La gestione del suo carattere, rapportata al contesto familiare d'appartenenza, deve armonizzarsi sinergicamente con la sua indole affinché le doti del pastore tedesco possano evincersi al meglio (vedi Standard FCI n°166/1991 - Carattere)[3]
Toelettatura
I lavaggi frequenti non sono richiesti, tuttavia al termine della stagione fredda è possibile utilizzare shampoo dermatologicamente testati (PH compatibile 8,2 - 8,6) allo scopo di detergere e rinfrescare la cute In ogni modo, il mantello di un esemplare di pastore tedesco, in buone condizioni di salute, richiede di essere pettinato e spazzolato almeno una volta al giorno per ovviare alle più comuni esigenze di pulizia, impiegando idonei accessori da toletta (pettine con rima dentata in metallo, non troppo fitta, ed una spazzola dotata di setole semi dure, meglio se naturali). Il cane va abituato alla toelettatura fin dalla tenera età, non solo per facilitarne lo svolgimento anche in età matura, ma anche per imbastire un opportuno sodalizio un'importante tattile. Non in ultimo per importanza, il rassetto giornaliero del manto si rende un'ottima occasione per verificare le condizioni generali di salute del cane per mezzo di un'attenta osservazione dei vari distretti anatomici durante l'operazione di pettinatura o spazzolatura del mantello. Ad esempio, in specie nei primi mesi caldi, al ritorno da una passeggiata nei prati sarà cura del proprietario verificare che non siano allignate delle piccole zecche sul manto del cane, idem dicesi per i temibili forasacchi e le conseguenze che possono apportare alla salute del cane, se non rimosse immediatamente (interno orecchio, orifizio nasale, pianta dei piedi, ascelle, ecc, ecc).

Carattere del cane



IL CANE CORSO

Testi e fotografie per gentile concessione
dell' Allevamento MONTEGUARDIE

     


PRESENTAZIONE

Razza da poco riconosciuta ( 1994 ) ma che ha suscitato molto interesse nel mondo cinofilo internazionale. Diretto discendente dell'antico molosso romano, deve il suo nome non alla provenienza dalla Corsica, come si potrebbe fraintendere, bensì al termine latino " cohors ", protettore, guardiano delle fattorie. La conformazione fisica è quella di un molosso di taglia medio-grande, fortemente costruito ma elegante, asciutto, con muscoli potenti, di aspetto solido e compatto, privo di pesantezza, agile e prestante. La testa larga, tipicamente molossoide, con assi longitudinali superiori del cranio e del muso lievemente convergenti, è ben proporzionata al corpo, il collo, forte e muscoloso è privo di giogaia; il torace aperto e disceso. L'altezza al garrese nei maschi va dai 64 ai 68 cm e nelle femmine da 60 a 64 cm, mentre il peso nei maschi va da 45 a 50 kg e nelle femmine da 40 a 45 kg. Il pelo è corto ma non raso, lucido, brillante e molto folto; il colore è nero, grigio, fulvo, tigrato, ammessa una piccola chiazza bianca al petto. Solido di nervi, è sempre vigile ed attento al suo padrone e al mondo che lo circonda, istintivamente riesce a creare col suo proprietario il feeling ideale. La grande voglia di giocare, tipica del cane Corso, lo rende amico e compagno ideale dei bambini verso cui assume atteggiamenti pazienti, rispettosi e protettivi. Il cane Corso è maestoso e atletico, se addestrato con esperienza, risulta una perfetta macchina d'assalto, prodigio della guardia personale e del territorio. Conscio della propria forza, il Corso, difficilmente si lascia andare a manifestazioni di nervosismo e mai abbaia esasperatamente ; altrettanto equilibrio dimostra, stemperando la diffidenza istintiva nei confronti di estranei, quando si accorge che questi sono ben accetti. Il suo temperamento equilibrato lo porta a controllare da lontano gli eventuali intrusi nella proprietà affidatagli, ma se fiuta il pericolo non teme uomo, né armi o grossi animali. L'attaccamento all'uomo e la docilità, la forza e la distinzione, la sorprendente energia e il grande equilibrio sono le caratteristiche che contraddistinguono e rendono "desiderabile compagno" il cane Corso.

STANDARD

Ente Nazionale della Cinofilia Italiana

Cane Corso

Paese d'origine: Italia
Utilizzazione: cane da guardia, da difesa, da polizia, da pista.

Classificazione FCI: Gruppo 2 cani tipo Pinscher e Schnauzer Molossoidi e Cani Bovari Svizzeri

BREVI CENNI STORICI - È discendente diretto del "canis pugnax" (molosso) romano del quale rappresenta la versione leggera impiegata per la caccia alla grossa selvaggina e quale ausiliare bellico. Per secoli è stato prezioso compagno delle genti italiche che lo hanno utilizzato per la guardia della proprietà e del bestiame, per la caccia e per la difesa personale. Diffuso un tempo in tutta la Penisola, come una vasta iconografia e storiografia testimoniano, ha trvato un'ottima isola di conservazione in Puglia, Lucania e Sannio. Deve il suo nome al latino "Cohors" che significa guardia, protettore.

ASPETTO GENERALE DEL CANE - Cane di mole medio-grande, fortemente costruito ma elegante, con muscoli potenti e lunghi, molto distinto, esprime forza, agilità e resistenza. La conformazione generale è quella di un mesomorfo il cui tronco è più lungo dell'altezza al garrese; armonico rispetto al formato (eterometria) e disarmonico rispetto al profili (alloidismo).

PROPORZIONI IMPORTANTI - La lunghezza del tronco supera l'altezza al garrese dell'11% circa. La lunghezza totale della testa raggiunge i 3,6/10 dell'altezza al garrese. La lunghezza del muso corrisponde ai 3,4/10 della lunghezza totale della testa. L'altezza del torace è di 5/10 dell'altezza al garrese e corrisponde all'altezza dell'arto al gomito.

COMPORTAMENTO E CARATTERE - Intelligente, energico ed equilibrato, è ineguagliabile cane da guardia e da difesa. Docile ed affettuoso col padrone, amante dei bambini e della famiglia, diviene se necessario difensore terribile e coraggioso delle persone, della casa e della corte. È facilmente addestrabile.

TESTA - Brachicefala.
La sua lunghezza totale raggiunge i 3,6/10 dell'altezza al garrese. La larghezza bizigomatica, pari alla lunghezza del cranio, è superiore alla metà della lunghezza totale della testa, raggiungendo i 6,6/10 di tale lunghezza.
Gli assi longitudinali del cranio e del muso sono tra loro leggermente convergenti. Il perimetro della testa, misurato agli zigomi, è anche nelle femmine più del doppio della lunghezza totale della testa. La testa è moderatamente scolpita con arcate zigomatiche protese all'esterno.
Pelle consistente ma piuttosto aderente ai tessuti sottostanti, liscia ed abbastanza tesa.

REGIONE CRANICA -
Cranio - Largo e lievemente arcuato visto di fronte, in profilo disegna una curva irregolare che, accentuata nella sottoregione frontale, si appiattisce aboralmente lungo la cresta saggitale esterna. La sua larghezza è pari alla lunghezza e corrisponde ai 6,6/10 della lunghezza totale della testa. Visto dall'alto è di forma quadrata per la protrusione all'esterno delle arcatate zigomatiche e per l'insieme delle potenti fasce muscolari che lo fasciano. Le bozze frontali sono ben sviluppate e sporgenti in avanti, la fossa frontale è profonda e il solco mediano è visibile.
Cresta sopraoccipitale non troppo evidenziata. Fosse sopraorbitali (conche) marcate ma leggermente.
Stop - Molto marcato per le bozze frontali molto sviluppate e sporgenti in avanti e per gli archi sopraciliari rilevati.

REGIONE FACCIALE
Tartufo - Sulla stessa linea della canna nasale. Visto di profilo non deve sporgere sul margine verticale anteriore delle labbra ma trovarsi, con la sua faccia anteriore, sul medesimo piano verticale della faccia anteriore del muso. Deve essere voluminoso, piuttosto piatto superiormente, con narici ampie, aperte e mobili. La pigmentazione è nera.
Muso - Molto largo e profondo. La larghezza del muso deve pressochè‚ eguagliare la sua lunghezza che raggiunge i 3,4/10 della lunghezza totale della testa. La sua profondità supera del 50% la lunghezza del muso. Il parallelismo delle facce laterali del muso e la ripienezza e larghezza del corpo della mandibola fanno sì che la faccia anteriore del muso sia quadrata e piatta. La canna nasale è rettilinea e piuttosto piatta. Il profilo inferiore-laterale del muso è dato dalle labbra superiori. La regione sottorbitale mostra un lievissimo cesello.
Labbra - Piuttosto consistenti. Le labbra superiori, viste di fronte, determinano alla loro disgiunzione una "U" rovesciata e, viste di lato, si presentano moderatamente pendenti. Commessura moderatamente evidente e che rappresenta sempre il punto più basso del profilo laterale inferiore del muso. Il pigmento è nero.
Mascelle - Molto larghe, robuste e spesse con lievissimo raccorciamento della mascella superiore e conseguente leggero prognatismo. Le branche della mandibola, molto forti, sono in profilo piuttosto ricurve. Il corpo della mandibola, ben accentuato in avanti, bene evidenzia il mento marcato. Gli incisivi sono impiantati in linea retta.
Guance - Regione masseterina piena ed evidente ma non ipertrofica.
Denti - Bianchi, grandi, completi per sviluppo e numero. Gli incisivi inferiori sorpassano leggermente (circa 1/2 cm) i loro corrispondenti dell'arcata superiore, perciò ne deriva una chiusura leggermente prognata.
Occhi - Di media grandezza rispetto alla mole del cane, in posizione sub-frontale, ben distanziati tra loro. Rima palpebrale ovaleggiante, bulbi oculari leggermente affioranti palpebre aderenti con margini pigmentati di nero. Gli occhi non devono lasciare scorgere la sclera. Nittitante fortemente pigmentata. Iride quanto più possibile scura in relazione al colore del mantello. Sguardo intelligente e vigile.
Orecchi - Di media grandezza in rapporto al volume della testa e alla mole del cane, ricoperti di pelo raso, di forma triangolare, con apice piuttosto appuntito e cartilagine spessa, inseriti alti, cioè molto al di sopra dell'arcata zigomatica, larghi alla base, pendenti, aderenti alle guance senza raggiungere la gola. Sporgenti alquanto all'esterno e lievemente rilevati nel loro punto di attacco, vengono portati semieretti quando il cane è attento. Vengono abitualmente amputati a forma di triangolo equilatero.

COLLO - Profilo superiore - Leggermente convessilineo. Lunghezza - Circa 3,6/10 dell'altezza al garrese e cioè pari alla lunghezza totale della testa; forma: Di sezione ovale, forte, molto muscoloso, con distacco della nuca marcato. Il perimetro a metà lunghezza del collo è circa 8/10 dell'altezza al garrese. Armoniosamente fuso con garrese, spalle e petto il collo ha la sua direzione ideale a 45° rispetto al suolo ed ad angolo pressochè retto con la spalla. Pelle - Il margine inferiore del collo è praticamente privo di giogaia.

TRONCO
Compatto, robusto e muscolosissimo. La sua lunghezza supera l'altezza al garrese dell'11%, con una tolleranza di ± 1. Linea superiore - Regione dorsale rettilinea con lieve convessità lombare.
Garrese - Si eleva nettamente sul piano dorsale e supera il livello della groppa. È alto, lungo, largo asciutto e si fonde armoniosamente col collo e col dorso.
Dorso - Il dorso è ampio, muscoloso, come tutta la linea superiore del tronco, lievemente rampante dall'indietro in avanti e a profilo rigorosamente retto. La sua lunghezza raggiunge il 32% dell'altezza al garrese.
Lombi - La regione lombare è corta, larga, ben, raccordata con dorso e groppa, molto muscolosa, solidissima e ha profilo leggermente convesso. La sua lunghezza, di pochissimo superiore alla larghezza, corrisponde al 20% dell'altezza al garrese.
Groppa - Lunga, larga, alquanto rotondeggiante per il grande sviluppo delle masse muscolari. La sua lunghezza, misurata dalla punta dell'anca alla punta della natica, corrisponde al 32% dell'altezza al garrese. La sua larghezza media al 23% della altezza al garrese. La sua inclinazione sull'orizzontale secondo la linea ileo-ischiatica è di 28°/30° e dalla punta dell'anca all'inserzione della coda di 15°/16°. Risulta perciò lievemente inclinata.
Petto - Largo, ben disceso e aperto, con muscoli pettorali molto sviluppati. La sua larghezza, in stretto rapporto con l'ampiezza del torace, raggiunge il 35% dell'altezza al garrese. Il manubrio dello sterno si trova allo stesso livello della punta delle spalle. Di profilo il petto è ben proteso in avanti fra gli arti anteriori e leggermente convesso.
Torace - Ben sviluppato nelle tre dimensioni con coste lunghe, oblique, larghe e abbastanza ben cerchiate con spazi intercostali estesi. Le 4 false coste sono lunghe oblique e aperte. il torace è ben disceso al gomito e la sua altezza corrisponde alla metà dell'altezza al garrese. La sua larghezza, misurata a metà della sua altezza, corrisponde al 35% dell'altezza al garrese e decresce leggermente verso la regione sternale senza formare carena. La sua profondità (diametro sagittale) corrisponde al 55% dell'altezza al garrese. Il suo perimetro supera del 35% l'altezza al garrese.
Profilo inferiore - Il tratto sternale si presenta asciutto, lungo, largo e di profilo disegna un semicerchio a raggio molto largo che caudalmente rimonta in modo dolce all'addome. Il tratto ventrale non è né retratto né rilassato e il suo profilo rimonta dal bordo sternale all'inguine in dolce curva. L'incavo del fianco è poco pronunciato.
Coda - Inserita piuttosto alta sulla linea della groppa, grossa alla radice e relativamente affusolata alla punta, se stesa raggiunge e sorpassa di poco il garretto. Portata bassa in riposo, orizzontale o poco più alta del dorso in azione, non deve essere mai incurvata ad anello o alzata a candela. Viene amputata alla 4ª vertebra.

ARTI
ARTI ANTERIORI - Appiombi regolari sia osservati di profilo che di fronte. L'altezza degli arti anteriori al gomito è il 50% dell'altezza al garrese. Ben proporzionati al formato del cane, forti e robusti.
Spalla - Lunga, obliqua, forte, fornita di muscoli lunghi, potenti, ben divisi e netti, è aderente al torace ma libera nei movimenti. La sua lunghezza, dalla sommità del garrese alla punta della spalla, corrisponde al 30% dell'altezza al garrese e la sua inclinazione sull'orizzontale oscilla attorno a 48°/50°. Rispetto al piano mediano del corpo le punte delle scapole sono leggermente scartate fra loro.
Braccio - Il braccio, leggermente più lungo della spalla, forte, con ottimo sviluppo osseo e muscolare, ben saldato al tronco nei suoi due terzi superiori, misurato dalla punta della spalla alla punta del gomito, ha una lunghezza corrispondente al 31/32%, dell'altezza al garrese e un'inclinazione con l'orizzontale di circa 58°/60°. La sua direzione longitudinale è parallela al piano mediano del corpo. L'angolo scapolo-omerale oscilla fra 106° e 110°.
Gomiti - I gomiti, lunghi, molto prominenti, ben aderenti ma non serrati alle pareti del costato, coperti di pelle asciutta, devono, come gli omeri, trovarsi su un piano rigorosamente parallelo a quello sagittale del tronco. La punta del gomito (epifisi olecranica) è situata sulla verticale abbassata dall'angolo caudale (o posteriore) della scapola al suolo.
Avambraccio - L'avambraccio è perfettamente verticale, a sezione ovale, ben muscoloso in particolare nel terzo superiore, con ossatura molto forte e compatta. La sua lunghezza, dalla punta del gomito alla prima articolazione carpiana, è di pochissimo superiore a quella del braccio e corrisponde al 32/33% dell'altezza al garrese. Scanalatura carpo-cubitale molto marcata.
Carpo - Il carpo che, visto di fronte, segue la linea retta verticale dell'avambraccio, è asciutto, largo, mobile, spesso. Al suo margine posteriore l'osso pisiforme è fortemente proiettato all'indietro.
Metacarpo - Il metacarpo, di grossezza alquanto inferiore all'avambraccio, è molto robusto, asciutto, elastico, leggermente flesso (forma un angolo con il terreno di 75° circa). La sua lunghezza deve però superare un sesto dell'altezza dell'arto anteriore al gomito. Visto di fronte segue la linea perpendicolare dell'avambraccio e del carpo.
Piede - Di forma rotonda, con dita molto arcuate e raccolte (piede di gatto). Suole asciutte e dure. Unghie forti, ricurve e pigmentate. Buona pigmentazione anche ai cuscinetti plantari e digitali.
ARTI POSTERIORI - Appiombi regolari sia osservati di profilo che di fronte. Ben proporzionati al formato del cane, forti e potenti.
Coscia - La coscia lunga e larga, con muscoli prominenti, per cui la punta delle natiche è ben evidenziata. La sua lunghezza supera il 33% dell'altezza al garrese e la larghezza non è mai inferiore al 25% di tale altezza. L'asse del femore, alquanto obliquo dall'alto in basso e dall'indietro in avanti, ha un'inclinazione di 70° sull'orizzontale e forma con l'asse del coxale un angolo poco più che retto (angolo coxo-femorale).
Gamba - La gamba è lunga asciutta con forte ossatura e muscolatura: la scanalatura gambale è ben evidenziata. La sua lunghezza corrisponde al 32% dell'altezza al garrese e la sua inclinazione dall'alto in basso e dall'avanti all'indietro è di circa 50° sull'orizzontale.
Ginocchio - L'angolo femoro-rotuleo-tibiale è di circa 120°. La sua direzione è parallela al piano mediano del corpo.
Garretto - Largo, spesso, asciutto, netto, con salienze ossee ben evidenziate. La punta del garretto ben pronunciata mostra chiaramente la continuazione della scanalatura gambale. La distanza dalla punta del garretto alla pianta del piede (al suolo) non deve oltrepassare il 26% dell'altezza al garrese. La sua direzione, rispetto al piano mediano del corpo, è parallela. L'angolo tibio-metatarsico è di circa 140°.
Metatarso - Di forte spessore, asciutto, piuttosto corto, cilindrico, è sempre perpendicolare al suolo, sia in profilo che posteriormente. La sua lunghezza corrisponde a circa il 15% dell'altezza al garrese (escluso tarso e piede). La sua faccia interna deve presentarsi priva di sperone.
Piede - Leggermente più ovaleggiante dell'anteriore, ha falangi meno arcuate.

ANDATURA - Passo lungo, trotto allungato, tratti di galoppo ma con propensione al trotto allungato.

PELLE - Piuttosto spessa, con limitato connettivo sottocutaneo e perciò praticamente aderente agli strati sottostanti in ogni regione. Il collo è pressochè esente da giogaia. La testa non deve presentare rughe. Il pigmento delle mucose e delle sclerose è nero. Il pigmento delle suole e delle unghie deve essere scuro.

MANTELLO
Pelo - Corto ma non raso, a tessitura vitrea, lucido, brillante, aderente, sostenuto, molto denso, con un lieve strato di sottopelo che s'accentua d'inverno (senza però mai affiorare sul pelo di copertura). la sua lunghezza media è di cm. 2/2,5. Su garrese, groppa, bordo posteriore delle cosce e sulla coda raggiunge cm. 3 senza dar luogo a frange. Sul muso il pelo è raso, liscio, aderente e non supera cm. 1/1,5.
Colore - Nero, grigio piombo, ardesia, grigio chiaro, fulvo chiaro, fulvo cervo, fulvo scuro e tigrato (tigrature su fondo fulvo o grigio di varie gradazioni). Nei soggetti fulvi e tigrati è presente una maschera nera o grigia la cui estensione è limitata al muso e non deve superare la linea degli occhi. Ammessa una piccola chiazza bianca al petto, alla punta dei piedi e alla canna nasale.

TAGLIA E PESO - Altezza al garrese - Nei maschi da cm. 64 a cm. 68 - Nelle femmine da cm. 60 a cm. 64. Con tolleranza di cm. 2 in più o in meno. Peso - Maschi da 45 a 50 Kg. rapporto peso/taglia 0.710 (Kg/cm) femmine da 40 a 45 Kg. rapporto peso/taglia 0.680 (Kg/cm)

DIFETTI - Ogni deviazione dalle caratteristiche indicate nella descrizione delle varie regioni costituisce un difetto, che deve essere penalizzato nel giudizio in rapporto alla sua gravità e alla sua diffusione.

DIFETTI ELIMINATORI - Testa - Parallelismo evidente degli assi cranio-facciali, convergenza molto marcata, facce laterali del muso convergenti, chiusura a forbice, prognatismo accentuato e deturpante. Tartufo - Depigmentazione parziale. Coda - Portata a candela o a anello. Statura - Al di sopra o al di sotto dei limiti indicati. Andatura - Ambio continuato.

DIFETTI DA SQUALIFICA - Testa - Divergenza degli assi cranio-facciali, enognatismo, canna nasale decisamente concava o montonina. Tartufo - Depigmentazione totale. Occhi - Depigmentazione moderata e bilaterale delle palpebre, gazzuoli, strabismo bilaterale. Organi sessuali - Criptorchidismo, monorchidismo, evidente deficenza di sviluppo di uno o di tutti e due i testicoli. Coda - Anurismo, brachiurismo, sia congeniti che artificiali. Pelo - Semi-lungo, raso, frangiato. Colori - Colori non previsti dallo standard, macchie bianche troppo estese.
Nota - I maschi devono avere due testicoli di aspetto normale e ben discesi nello scroto.

Il cane corso

Si tratta di una razza molto diffusa nel meridione d'Italia fino agli anni 1950 e in epoche più remote nel resto d'Italia. Morfologicamente appartiene al gruppo molossoide e dal punto di vista funzionale ai cani da presa; per tipologia è molto probabilmente collegato filogeneticamente a quei cani grandi e combattivi di cui vi è testimonianza sin dall'antichità (v. bassorilievi assiri 669-633 a.C.). I briganti del Meridione spesso si avvalevano di cani corsi, che servivano per fare la guardia nei rifugi e percepire a distanza l'avvicinarsi del nemico. Alcuni briganti avevano cani corsi innaturalmente feroci, abituati addirittura a cibarsi di carne umana. Famosi quelli del famigerato e sanguinario Francesco Mozzato, detto Bizzarro. Costui dal 1802 fu a capo di una banda che compì una lunga serie di atrocità in Calabria. Aveva sempre con sé numerosi cani, che nutriva con carne umana. Li aizzava anche a inseguire e sbranare i nemici fuggitivi dopo i conflitti a fuoco, come accadde a un ufficiale francese addetto allo stato maggiore del generale Partoneaux. Quando la compagna di Bizzarro decise di ucciderlo perché il brigante aveva ammazzato a sangue freddo il loro figlio neonato, la donna dovette chiedergli con una scusa di mettere alla catena il suo cane corso, affinché non proteggesse il padrone come faceva sempre. Bizzarro non fu il solo a compiere simili mostruosità. Nello stesso periodo anche Giuseppe Rotella detto il Boia, che tenne nel terrore la zona di Catanzaro, si divertiva a far sbranare dai suoi cani corsi le sue vittime, che fossero soldati nemici o viandanti. Un altro, Paolo Mancuso, detto Parafante, dopo avere sorpreso e sterminato un reparto di soldati fece mettere il loro comandante, tenente Filangieri di Garafa, in un grande pentolone in cui si faceva il formaggio, facendolo bollire. Il cadavere fu poi dato in pasto ai cani. Alcuni cani corsi erano tristemente famosi e attivamente ricercati dai soldati, come scrisse il generale Antonio Iannelli, "L'11 settembre 1810 (...) vi era il Boia ed i suoi compagni occupati a giuocare a denari. La Guardia Civica fece una scarica di fucilate su di loro. Luigi... da Cerrisi, Giuseppe Lamanna da Tiriolo, e i due cani Leonessa e Malcuore vi morirono". E ancora Iannelli riportò che, "Il giorno 9 dicembre 1810 si scoprì il ricovero dello scellerato Parafante situato nel centro del bosco del Cariglione in un luogo distante 18 in 20 miglia da qualunque abitato (...) uno dei briganti morì ed i cani restarono estinti". L'utilizzo dei cani corsi da parte dei briganti continuò anche contro l'esercito sabaudo prima e italiano poi durante il periodo 1860-70 circa. Per questo motivo le autorità militari del Regno d'Italia (nel caso dell'Abruzzo dal maggiore generale Chiabrera, con ordinanza da Aquila del 25 ottobre 1862) emanarono il seguente ordine "Dalle ore 24 italiane tutti i cani tanto dentro l'abitato, che in campagna dovranno essere rinchiusi, quelli che si troveranno fuori saranno immediatamente uccisi". (da "I cani in guerra. Da Tutankhamon a Bin Laden", di Giovanni Todaro, Airplane, 2011, 450 pagg., ISBN 9788883725135). Da notare che tali atti non rispecchiano affatto il temperamento dei normali cani corsi, che pur essendo eccezionali guardiani sono una razza estremamente equilibrata e affidabilissima per il padrone e la famiglia. Nella sua storia recente è stato utilizzato per la difesa personale e per il controllo del bestiame grosso. Una mole forte, notevole coraggio ed agilità felina consentono al Cane Corso di ammansire bestiame bovino e suino in quelle particolari circostanze che l'uomo da solo non è in grado di affrontare, come nel caso di un animale imbizzarito o una madre che difende la propria prole. Il modo di agire del cane è di afferrare l'animale in un punto sensibile (il musello o l'orecchio nei bovini; l'orecchio o la coscia nel porco) e tenerlo fermo fino a che l'uomo possa riprendere in mano la situazione. Questo comportamento si presta egregiamente anche nella caccia al cinghiale dove tenere fermo il selvatico per qualche istante consente all'uomo di avvicinarsi senza rischio per assestare il colpo di grazia. Alcuni autori vorrebbero una parentela stretta tra il Mastino Napoletano ed il Cane Corso, ma non vi è alcuna documentazione valida in tal senso. Non si sa nulla del Mastino Napoletano antecedente alla sua presentazione al mondo cinofilo da parte di Piero Scanziani nel 1946, autore che, d'altronde, preferiva chiamarlo Molosso Italiano. Nel nostro Meridione si è sempre continuato ad allevare ed usare il più funzionale Cane Corso nella conduzione del bestiame, nella caccia grossa e come compagno di guardie campestri e carrettieri. Ma a partir degli anni 1960, con il progressivo abbandono delle campagne, la riforma agraria e il conseguente venir meno degli stili di vita tradizionali, anche l'allevamento di questi cani subì un forte declino. Negli anni '70 cominciò un'opera di recupero di questo cane e ben presto suscitò l'interesse di parecchi cinofili, attratti dal fascino della razza nel suo aspetto fisico e nella sua indole. L'appellativo corso non si riferisce alla Corsica. "Cane Corso" è una abbreviazione di "cane da corso" che equivale a "cane da corpo" (vedi analogamente corsetto = corpetto). In passato questi cani venivano distinti in "da corpo" per la caccia al cinghiale, ovvero per l'uso in campagna, e "da camera" per la difesa personale, ovvero il cane che il padrone teneva sempre presso la sua persona, persino di notte ai piedi del letto. (P. Breber)

[modifica] Descrizione

Cane Corso di otto anni
Testa: Brachicefala. La sua lunghezza totale raggiunge i 3,6/10 dell'altezza al garrese. La larghezza bizigomatica, pari alla lunghezza del cranio, è superiore alla metà della lunghezza totale della testa, raggiungendo i 6,6/10 di tale lunghezza. Gli assi longitudinali del cranio e del muso sono tra loro leggermente convergenti. Il perimetro della testa, misurato agli zigomi, è anche nelle femmine più del doppio della lunghezza totale della testa. La testa è moderatamente scolpita con arcate zigomatiche protese all'esterno. Pelle consistente ma piuttosto aderente ai tessuti sottostanti, liscia ed abbastanza tesa.
Denti: Bianchi, grandi, completi per sviluppo e numero. La chiusura DEVE essere prognata come da standard ufficiale dell'ENCI, riconosciuto a livello internazionale dalla FCI.[1]
Canna nasale rettilinea, senza rughe, tartufo non retratto rispetto alla faccia anteriore del muso, conseguente angolo di 90° tra l'asse del naso e quello della faccia anteriore del muso stessa, lieve curvatura della mandibola, quadratura del muso mediante parallelismo delle facce laterali dello stesso, lieve convergenza degli assi cranio muso ed occhi in posizione sub frontale e ben larghi nel cranio. Va da se, una DENTATURA COMPLETA, con denti bianchi grandi ed incisivi inferiori e superiori impiantati in linea retta oltre ad una larghezza tra gli apici degli incisivi della mandibola non inferiore ai 4,5 cm.
Occhi: Di media grandezza rispetto alla mole del cane, in posizione sub-frontale, ben distanziati tra loro. Rima palpebrale ovaleggiante, bulbi oculari leggermente affioranti palpebre aderenti con margini pigmentati di nero. Gli occhi non devono lasciare scorgere la sclera. Nittitante fortemente pigmentata. Iride quanto più possibile scura in relazione al colore del mantello. Sguardo intelligente e vigile.
Orecchie: Di media grandezza in rapporto al volume della testa e alla mole del cane, ricoperti di pelo raso, di forma triangolare, con apice piuttosto appuntito e cartilagine spessa, inseriti alti, cioè molto al di sopra dell'arcata zigomatica, larghi alla base, pendenti, aderenti alle guance senza raggiungere la gola. Sporgenti alquanto all'esterno e lievemente rilevati nel loro punto di attacco, vengono portati semieretti quando il cane è attento.
Collo: Profilo superiore - Leggermente convessilineo. Lunghezza - Circa 3,6/10 dell'altezza al garrese e cioè pari alla lunghezza totale della testa; forma: Di sezione ovale, forte, molto muscoloso, con distacco della nuca marcato. Il perimetro a metà lunghezza del collo è circa 8/10 dell'altezza al garrese. Armoniosamente fuso con garrese, spalle e petto il collo ha la sua direzione ideale a 45° rispetto al suolo ed ad angolo pressoché retto con la spalla.
Tronco: Compatto, robusto e muscolosissimo. La sua lunghezza supera l'altezza al garrese dell'11%, con una tolleranza di ± 1. Linea superiore - Regione dorsale rettilinea con lieve convessità lombare.
Coda: Inserita piuttosto alta, grossa alla radice e relativamente affusolata alla punta. Solitamente viene amputata all'altezza della quarta vertebra.
Mantello: Corto ma non raso, a tessitura vitrea, brillante, aderente, presente sottopelo mai affiorante che si intensifica nella stagione invernale; al tatto risulta essere duro sul dorso, quasi ispido (detto anche pelo di vacca).
Colori: Nero, grigio piombo, ardesia, grigio chiaro, fulvo chiaro, fulvo cervo,formentino, fulvo scuro e tigrato (tigrature su fondo fulvo o grigio di varie gradazioni). Nei soggetti fulvi e tigrati è presente una maschera nera o grigia la cui estensione è limitata al muso e non deve superare la linea degli occhi. Ammessa una piccola chiazza bianca al petto, alla punta dei piedi e alla canna nasale.
Tartufo: Sulla stessa linea della canna nasale. Visto di profilo non deve sporgere sul margine verticale anteriore delle labbra ma trovarsi, con la sua faccia anteriore, sul medesimo piano verticale della faccia anteriore del muso,né avere la faccia anteriore inclinata all'indietro o essere rialzato rispetto al profilo della canna nasale (frequente negli ipertipi). Deve essere voluminoso, piuttosto piatto superiormente, con narici ampie, aperte e mobili. La pigmentazione è nera.
Muso: Molto largo e profondo. La larghezza del muso deve pressoché eguagliare la sua lunghezza che raggiunge i 3,4/10 della lunghezza totale della testa. La sua profondità supera del 50% la lunghezza del muso. Il parallelismo delle facce laterali del muso e la ripienezza e larghezza del corpo della mandibola fanno sì che la faccia anteriore del muso sia quadrata e piatta. La canna nasale è rettilinea e piuttosto piatta. Il profilo inferiore-laterale del muso è dato dalle labbra superiori. La regione sottorbitale mostra un lievissimo cesello.
Labbra: Piuttosto consistenti. Le labbra superiori, viste di fronte, determinano alla loro disgiunzione una "U" rovesciata e, viste di lato, si presentano moderatamente pendenti. Commessura moderatamente evidente e che rappresenta sempre il punto più basso del profilo laterale inferiore del muso. Il pigmento è nero.
Guance: Regione masseterina piena ed evidente ma non ipertrofica.
Difetti eliminatori: Testa - Parallelismo evidente degli assi cranio-facciali, convergenza molto marcata, facce laterali del muso convergenti,prognatismo accentuato e deturpante. Tartufo - Depigmentazione parziale. Coda - Portata a candela o a anello. Statura - Al di sopra o al di sotto dei limiti indicati. Andatura - Ambio continuato. Testa - Divergenza degli assi cranio-facciali, enognatismo, canna nasale decisamente concava o montonina. Tartufo - Depigmentazione totale,la faccia anteriore inclinata all'indietro o essere rialzato rispetto al profilo della canna nasale (frequente negli ipertipi). Occhi - Depigmentazione moderata e bilaterale delle palpebre, gazzuoli, strabismo bilaterale. Organi sessuali - Criptorchidismo, monorchidismo, evidente deficienza di sviluppo di uno o di tutti e due i testicoli. Coda - Anurismo, brachiurismo, sia congeniti che artificiali. Pelo - Semi-lungo, raso, frangiato. Colori - Colori non previsti dallo standard, macchie bianche troppo estese. Nota - I maschi devono avere due testicoli di aspetto normale e ben discesi nello scroto.